Cohousing
Riuso di un bene confiscato alle mafie

Acquaviva delle Fonti – (BA)

 

TIPOLOGIA:
Cohousing – Riuso di un bene confiscato alle mafie
LUOGO:
Acquaviva delle Fonti
SUPERFICIE:
220 mq

STATO:
Realizzato
ANNO DI PROGETTO:
2021
ANNO DI REALIZZAZIONE:
2023-2024

COMMITTENZA:
Comune di Acquaviva delle Fonti – (BA)
TEAM DI PROGETTO:
biro+

CREDITI
Realizzazione:
Sistec s.r.l. – lavori edili e impianti
Ebanisteria Tritto – arredo su misura

FOTOGRAFIA:
Filippo Ferrarese

“Cohousing – LIBELLULA” nasce da un finanziamento pubblico volto al riuso e alla rifunzionalizzazione di un bene confiscato alle mafie all’interno del programma “POR PUGLIA 2014-2020 – Strategie di comunità per uno sviluppo responsabile e sostenibile – servizi di cohousing”

Il progetto riguarda nello specifico un edificio su tre livelli situato ad Acquaviva delle Fonti, inserito in un lotto di circa 18 x 6m, ai confini della maglia urbana. Lo spazio della residenza per donne è pensato e organizzato in maniera da favorire la vita comunitaria e sociale degli ospiti.

Il piano terra è pensato per essere un ambiente flessibile e polifunzionale a seconda dei diversi momenti della giornata. Ospita infatti sul lato sud una cucina e una sala da pranzo comunitarie, affacciate su una veranda scoperta attrezzata per le attività ricreative all’aperto e di giardinaggio, in posizione centrale il soggiorno e zona relax e sul fronte nord il laboratorio sartoriale. Il tutto è delimitato e, nello stesso tempo unificato, da un organico sistema a binario sospeso, che integra tendaggi, pannelli di chiusura a libro e pareti fisse permettendo di poter suddividere l’intero spazio del piano terra negli ambienti sopra elencati collegandoli visivamente e spazialmente.

Il laboratorio rappresenta il luogo di svolgimento di attività manuali e sartoriali miranti all’inserimento lavorativo, nonché allo sviluppo dell’autonomia individuale delle giovani donne. I tavoli da lavoro, mobili e richiudibili, sono posizionati in maniera centrale in modo da facilitare le attività di gruppo e sormontati dal binario elettrificato che agevola l’utilizzo di macchinari da sartoria. Grazie all’affaccio diretto su via Vico, e alla possibilità di isolarsi rispetto al resto della residenza, quest’ultimo ambiente si presterebbe a temporanee aperture al pubblico, in occasione di eventi di promozione delle attività svolte e dei manufatti prodotti.

I due piani intermedi sono invece costituiti da uno spazio centrale distributivo e comunitario sul quale si affacciano le varie stanze private singole o doppie e i relativi servizi. La struttura è organizzata per poter ospitare da 6 a 8 donne con la possibilità di accogliere, per alcune stanze, anche eventuali figli.

Nel complesso la residenza dispone di 4 stanze singole (dagli 11 ai 13 mq), due doppie (15 mq), e di due servizi igienici a piano (uno ogni due ospiti).

Il piano terzo, quello del terrazzo scoperto, è pensato per accogliere, oltre che attività comunitarie all’aperto, alcuni servizi e attrezzature che permettono all’abitazione una maggiore autonomia, grazie all’inserimento di un piccolo spazio lavanderia, pannelli fotovoltaici per l’approvvigionamento dell’acqua calda sanitaria, macchine e apparecchiature impianti.

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