Teatro Verdi

Il teatro “G. Verdi” del comune di Terni è attualmente in uno stato di dismissione dovuto alla mancata manutenzione e all’alternarsi di interventi successivi e non risolutivi delle fragilità funzionali e strutturali.

La proposta progettuale è finalizzata alla valorizzazione dell’immagine attuale, delle fasi storiche precedenti e alla creazione di un’ulteriore fase contemporanea, individuata dalla nuova torre scenica. È previsto il restauro conservativo e la messa in sicurezza del pronao, elemento invariante nel rispetto dell’immagine originale. Il vano scala esistente viene integrato con una ulteriore rampa di scale per raggiungere l’ultimo ordine di palchetti. Questo, insieme a due ascensori permette la connessione di tutti i livelli del teatro e, grazie ad un sistema di rampe, massimizza l’accessibilità dell’edificio. Le pareti perimetrali sono conservate e integrate nel rispetto dello sforzo postbellico di ricostruzione.

L’ingresso alla sala principale(800 posti),centrale come nell’immagine storica, si colloca al primo livello permettendo di valorizzare la Sala degli Specchi. La platea è organizzata in due settori, a cui se ne aggiunge un altro ad anello che si raccorda con il terzo ordine di palchetti. I tre ordini di palchetti si ampliano assecondando linee meno rigide e reinterpretando il progetto originale. Un accurato studio dei coni visuali e la ridefinizione della quota del palco, permette una buona visibilità da tutte le postazioni proposte.

TIPOLOGIA:
Teatro
LUOGO:
Terni
SUPERFICIE:
3000 mq

STATO:
concorso di progettazione
ANNO DI PROGETTO:
2020
ANNO DI REALIZZAZIONE:

COMMITTENZA:
Comune di Terni
TEAM DI PROGETTO:
biro+RWA   progetto architettonico
Alcotec s.r.l   progettazione impiantistica-antincendio
RENDER:
biro+

La progettazione della sala indotto (208 posti) disegna uno spazio utilizzabile sia come sala prove che come sala principale fino al completamento dei lavori di realizzazione della nuova torre scenica. L’accesso al “Teatro Piccolo” avviene direttamente da Largo Sant’Agape, seppur sia assicurato l’ingresso anche da corso Vecchio. La delocalizzazione degli ingressi permette una migliore distribuzione dei flussi anche in caso di compresenza di rappresentazioni. La scelta consente la valorizzazione della piazza antistante e propone uno spazio indipendente; due teatri diversi ma connessi rappresentano per la città l’opportunità di creare un core culturale completo e di riferimento. La torre scenica e il nuovo volume adiacente contengono tutte le aree funzionali di cui il teatro è carente. Per la facciata esterna materiali e toni conformi al contesto permettono l’integrazione del nuovo volume; in particolare viene utilizzata la pietra locale e intonaci dalle cromie calde che consentono anche flessibilità nella scelta del pacchetto costruttivo, indirizzato alla sostenibilità del nuovo involucro.

La riconfigurazione di largo sant’Agape garantisce sia la realizzazione di un’area pedonale antistante l’edificio di nuova edificazione, sia possibilità di manovra per autoarticolato fino a una dimensione di 17 metri.

La prima fase del progetto di consolidamento prevede l’integrazione della campagna di indagini già effettuata con test, sia distruttivi che non, al fine di conseguire un livello di conoscenza adeguata (FC=1.20) delle geometrie e dei materiali utilizzati. La ricostruzione dei procedimenti e degli schemi adottati in fase di progetto risulta, infatti, fondamentale al fine di calibrare al meglio le soluzioni strutturali proposte.

La regolarizzazione dell’edificio attraverso la realizzazione del giunto sismico correttamente posizionato comporta il decremento significativo delle azioni sismiche sopportate dalla torre scenica e, quindi, la riduzione degli interventi di consolidamento, in modo che gli stessi risultino compatibili con le necessità di risanamento e conservazione del bene.

Il nuovo layout architettonico delle gallerie, dei palchi e della scala centrale del teatro, permette, da un punto di vista strutturale, di concentrare tutti gli sforzi nel rinforzo delle sole strutture che rappresentano un’eredità culturale importante, demolendo tutte le strutture centrali dell’edificio, le cui caratteristiche statiche sono state considerate non idonee. Riteniamo che tale soluzione rappresenti il miglior punto di incontro tra le esigenze di risanamento e conservazione, di funzionalità e di sicurezza. Le nuove strutture portanti verticali e orizzontali delle sale, delle scale del proscenio e dei palchi si andranno ad affiancare alle strutture esistenti delle murature esterne, in modo da costituire al tempo stesso supporto e rinforzo delle strutture stesse, senza modificarne il comportamento statico.

I solai delle gallerie saranno realizzati con solette in c.a. funzionanti anche per forma, mentre i palchi saranno realizzati con solette in continuità che saranno vincolate alle pareti perimetrali esistenti in modo da garantire un sostegno alle pareti stesse per quanto riguarda il ribaltamento. Le capriate metalliche di copertura sono sostituite da capriate in acciaio ma con profili più preformanti, tali da consentire il rialzo del livello del corrente inferiore. Ciò permette di incrementare l’altezza utile interna, soprattutto in corrispondenza dell’ultimo livello dei palchetti, così da ripartire in modo migliore le altezze interne dei vari livelli.